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Cagliari era una città gialla secca e polverosa. Come racconta Lawrence nel 1921: "a naked town rising steep, steep, golden-looking, piled naked to the sky from the plain at the head of the formless hollow bay" e Vittorini nel 1932: "È fredda e gialla. Fredda di pietra e d’un giallore calcareo africano. Spoglia", prima dell'Unità d'Italia, quando una forte spinta borghese, si muove in per darle un tono più moderno. Con uno spirito botanica pioniere e colonialista, la borghesia rinverdiva il meridione italiano, importando specie di cui si conosceva poco il comportamento. Arrivano così a Cagliari centinaia di Ficus indiani, australiani e africani per la loro chioma sempre verde, l'adattabilità e la rapida crescita. Vengono piantati in piazze, viali e giardini privati, ma si ignorano completamente alcuni loro processi biologici. Un Ficus macrophylla proveniente dall'australia viene acquistato da un importante commerciante che lo fa piantare come decorazione al centro di un suo stallo merci. Dopo pochi anni la pianta è così cresciuta che lo stesso se ne sbarazza rapidamente, "donandola" al comune che la reimpianta di fronte alla darsena. Oggi questo albero gigantesco è conosciuto anche con il nome di "tridente" per la sua forma. Le sue radici sollevano il marciapiede e la sua chioma ombreggia due viali. Sempre Ficus, ma Retusa, di origine indiana sono gli alberi che vengono piantati negli anni 20 lungo il viale Trieste, anche qui un privato si compra quattro alberelli per decorare il portone di ingresso del suo cortile, noto come Stallaggio Meloni, una ex-stazione di posta per i carri merci, utilizzata come campo sportivo (vi fu giocata la prima partita del Cagliari Calcio). Una decina di anni dopo, nel 1936, il regime fascista requisisce lo Stallaggio Meloni per fondarvi la caserma dell'Aereonautica. Qui, sotto l'ombra degli alberi indiani, dormiranno i piloti dell'Aviazione Legionaria pronti a partire per il Marocco, per unirsi al Tercio franchista, e di li a poco saranno questi stessi uomini, a compiere il primo bombardamento a tappeto su popolazioni civili della storia dell'uomo. Pochi anni dopo l'Italia entra in guerra, e Cagliari nel 1943 viene a sua volta pesantemente bombardata, secondo le stesse strategie aeree promosse dal generale Duhet. La città viene abbandonata e, ripiegata su se stessa tra le macerie, diventa, come racconta Siro Vannelli nel "verde di Cagliari", una giungla ricoperta di piante. Non certo per una sua natura tropicale, Cagliari era sempre stata una città gialla, malarica e bruciata, ma grazie alla migrazione forzata di uno splendido esercito di piante esotiche. Dopo la guerra comincia la ricostruzione, che però lascia in abbandono moltissime aree della città. Per controversie legali, speculazioni edilizie o incuria diversi spazi sono destinati a trasformarsi in paesaggi terzi. Tra questi la ex Caserma Trieste, che dopo una breve vita come alloggio ufficiali, viene abbandonata ad una causa legale tra eredi Meloni e Ministero della Difesa. In questo vuoto progettuale si inserisce il cambiamento climatico del mediterraneo. Dopo la grande siccità degli anni '90 arriva uno straordinario aumento delle precipitazioni e si comincia a parlare di tropicalizzazione del Mediterraneo. In questi anni comincia la trasformazione del paesaggio urbano della città di Cagliari. I Ficus tropicali divelgono la pavimentazione stradale, e disturbano l'urbanistica con una crescita esponenziale delle chiome. I Ficus della ex Caserma Trieste, non sono disturbati dalle ansie degli urbanisti e procedono indisturbati nella metamorfosi del paesaggio.

CRONOLOGIA
1800 – Il viale san Pietro è una carrettiera in mezzo alla campagna con poche case sparse. (1)(4)
1839 - Il consiglio degli edili del comune affida a Giuseppe Sbressa l’incarico di allargare viale san Pietro.(4)
1841- L’incarico passa da Sbressa a Gaetano Cima(4)
1873- Esproprio di case e terreni di viale san Pietro per la costruzione di una nuova strada.(4)
1874 – All’orto botanico viene piantato il primo Ficus nitida . Carlo Visca, direttore dei giardini pubblici fa piantare tre ficus, due (piazz. Savoia e via san Domenico) distrutti dai bombardamenti, e uno ancora esistente in via Roma.(3)
1890 - L’area è adibita a stazione di posta per i carri merci, Stallaggi Meloni.(1)
1921 – Viale san Pietro ormai rinominato viale Trieste viene catramata. (4)
1925 - Vengono piantati ficus alla Società Saline in vico La Palma, alle Semolerie di viale La Playa, in alcune ville di viale Trento e nel viale trieste (3)
1925 - probabilmente nello stesso anno vengono piantati i Ficus nell'area dello stallaggio.
1926 - Parte dell’area viene acquistata dal commendator Enrico Romolo, console di Inghilterra.(1)
1935 - Mussolini percorre l’intero viale per dirigersi in piazza del Carmine dove tiene un comizio.(4)
1936- il Ministero della Difesa requisisce l’area e vi impianta la Caserma Trieste. Caserma dell’Areonautica , nuovi edifici vengono costruiti all’interno dell’area.(1)(4)
1936- Louis Bolin, giornalista di Malaga, acquista per incarico del Generale Franco, dalla Ditta Savoia Marchetti, dodici apparecchi trimotori S 81 che vengono portati in volo sul campo di aviazione di Elmas in Sardegna, da dove si preparano a partire per raggiungere il Marocco Spagnolo. Alcuni piloti e italiani resteranno per istruire gli equipaggi spagnoli e per combattere nelle truppe franchiste. (5)
1937- Dopo una serie di azioni di guerra la flotta di S 81 pilotata da italiani assoldati nel Tercio, compie, il 31 marzo, il primo bombardamento a tappeto su civili della storia dell'uomo.(6)
1937 - Badoglio sfila in viale Trieste e passa in rassegna le truppe pronte per la guerra di Etiopia.(1)(4)
1942 – Per la seconda volta Mussolini percorre l’intero viale passando in rassegna le truppe per poi tenere il comizio in piazza del Carmine.(4)
1968 - La caserma viene gradualmente dismessa ma l’area rimane del Ministero della Difesa.(2)
1968? Gli eredi Meloni fanno causa al Ministero della Difesa per riprendere possesso dell’area o per congruo risarcimento. (1)(2)
1973- Il ministero della Difesa passa l’intera area alla Regione Sardegna mentre la causa con gli eredi è ancora aperta.(2)
1975 - L’area viene data dalla Regione in gestione al Comune di Cagliari, il sindaco Ferrara passa l’area al Comando Vigili Urbani.(1) (2)
2002-2003 - Forse è in questo periodo che due dei quattro grandi Ficus retusa cominciano a colonizzare la casa adiacente con le radici aeree.
2006 – Con una richiesta ufficiosa al Corpo della Polizia Municipale, un consigliere comunale tenta di sradicare e portare via, per il proprio giardino privato, due dei quattro ficus. I vigili non assecondano la procedura e chiedono che venga messa a conoscenza del fatto la Regione Sardegna, effettiva proprietaria del sito.(1)
2007/2008 - Progetto della giunta Soru per edificazione di uffici nell’aerea. Il progetto è bloccato dal contenzioso ancora aperto con gli eredi.(1)
2011 - Viene chiusa la causa con gli eredi. l’area è potenzialmente aperta alla speculazione edilizia.(1)

Fonti:
(1)testimonianze private, (vigili urbani, Francesco P., abitanti del quartiere Sant'Avendrace, avvocato S. )
(2)archivio Regione Sardegna,
(3)Siro Vannelli, Il verde di Cagliari , "Guide alle piante ed ai giardini della città". 1986
(4)Sergio Serra. "Viale Trieste" . Almanacco di Cagliari . 1997
(5) Dal diario del primo comandante dell'Aviazione Legionaria in Missione Speciale nel Marocco, ten. col. Ruggero Bonomi
(6) Jon Irazabal. "1937 martxoak 31 Durango" - Gerediaga 2001, Abadiano.