Relazione descrittiva (dossier per la tutela) |
Intervento per la presentazione del sito Giugno 2011. |
Intervento per la presentazione del sito Giugno 2011 |
Proposta di salvaguardia (dossier per la tutela). |
Quello della ex caserma Trieste è a tutti gli effetti un paesaggio terzo, come lo definisce G. Clément, un paesaggio antropizzato dove, a seguito di un abbandono prolungato, la vegetazione si è
riappropriata dello spazio secondo le sue esigenze. |
Il fascino dei vegetali sugli esseri e i gruppi umani deriva dalla loro ambiguità come organismi viventi, capaci di riaffermare la vita e negare la morte, capaci agli occhi degli umani di auto rigenerarsi e diventare un modello di identità che non cede al tempo inesorabilmente finito del regno animale. ’(...continua a leggere) |
L’Albero incarnazione vegetale dei nostri tempi. Metafora verde della retorica radici/ dislocazione, noi/loro, autoctoni/ migranti, memoria/oblio. Se c’è qualcosa che apparentemente sembra lontano dal concetto di migrazioni è un albero. (...continua a leggere) |
Rispetto all’intera area, il sito si trova in corrispondenza dell’ex-ingresso principale dello Stallaggio Meloni e della Caserma, oggi murato. Questo ingresso è costituito da due grandi archi di mattoni, chiusi da due grandi Portali di legno, ancora presenti e restaurabili. Da questo ingresso si accedeva ad un’area verde, un lungo giardino parallelo al viale Trieste su cui si affacciano gli edifici che furono adibiti ad alloggi militari fino alla fine degli anni sessanta.(...continua a leggere...) |
“The green.architect”
L'albero sacro e l'arte sublime di riconoscerlo. |
Ficus in città: architettura di natura. The green
architect. |
Le radici del Ficus e la cultura penetrante. |
Tracce di memoria umana nel giardino abbandonato. |
Scalza sul terriccio grasso, sotto la sua installazione. Marta Anatra è artista con testa per aria e piedi per terra, pronta a librarsi oltre i fogli finiti della pittura. Con l'urgenza di volo, come uno dei suoi gabbiani, nel verde della ricerca poetica e umanissima, ancorata a radici massicce e vigore primordiale. L'albero, che è senso inafferrabile di vita, può persino lasciarla provata. Quasi spaventata al tramonto. Quando la natura vegetale, ricaricata dalle ore di sole, sovrasta il suo sguardo. E la domina, con troppo da dire: (...continua a leggere...) |
Tra i miei ricordi d’infanzia ne conservo gelosamente alcuni, più di altri. I cavalli di nonno Felice, la sabbia bianca del Poetto, i festeggiamenti per lo scudetto del Cagliari e i ficus dei Giardini Pubblici. Ecco, proprio quei ficus oggi riaffiorano con tutta la loro forza simbolica, potente come il loro apparato radicale. Ai Giardini Pubblici i miei genitori mi permettevano di salire sui rami più bassi del gigantesco Ficus Magnolioides: ricordo che il tronco dell’albero mi sembrava la coda del Diplodocus. (...continua a leggere...) |
Se a Cagliari non ci fossero persone che osservano, si interessano e raccontano agli altri, molti fatti rimarrebbero del tutto sconosciuti. Quando poi, come ha fatto Marta Anatra, artista vivace - e artefice dell’operazione the green architect - questi fatti sovrastano la dimensione del singolo individuo fino a tracimare verso un pubblico vasto, allora si può parlare di cultura penetrante. All’inizio non si capisce come quattro alberi e un rudere pericolante possano suscitare tanto interesse. (...continua a leggere...) |
Un giardino abbandonato dove il verde, selvaggio e tracotante su pareti una volta abitate, sfida il residuo d'uomo. Un "Terzo paesaggio", per dirla con Gilles Clément, spazio disabitato in cui la vegetazione ingigantisce, eppur invisibile nel visibile di Cagliari. Quattro piante esotiche respirano a fondo nel sito dell'ex Caserma Trieste, in viale Trieste. Imponenti, quasi sagge. Sono "ficus retusa" che arrivarono nel Cagliaritano nel primo Novecento. Scarmigliate da radici aeree, tacciono su storie di guerra e di pace, di amori e litigi. (...continua a leggere...) |
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